Archivi del mese: Maggio 2013

The Dream Syndicate: E sti cazzi

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E sti cazzi, potete anche non credere alle mie parole, ma i Dream Syndicate sono una band con la “B” maiuscola e non lo dico per ruffianeria o perché devo per forza tesserne le lodi, lo dico e basta perché lo penso veramente. Il batterista Dennis Duck potrebbe essere tranquillamente mio padre, ma suona alla grandissima pezzi che durano anche oltre i 7 minuti senza accennare un qualsiasi minimo affaticamento, non sembra nemmeno sudare!!! anzi sorride e fa cenni per tranquillizzare gli altri membri della band. Il chitarrista Jason Victor sembra poter fare di tutto con la sua Fender Jaguar, tanto da suscitare in me il desidero di sentirgli fare una cover. Quanto ci starebbe bene adesso una bella cover… pochi minuti dopo la delizia un medley musicale al cui apice si piazza una inaspettata ma apprezzatissima Break On Through dei Doors. E allora chi se ne frega se il cielo minaccia tempesta quando suonano i Dream Syndicate, tutto fa scena anche un Taiwanese con guanti neri che suona power chord.

Epic Fail notturno, giostra no, biciclette si.

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Occorre mettersi il cuore in pace perché è così che funziona: Quello che si desidera non è mai ciò che si ottiene. Si può uscire di casa convinti di comprare Slave To The Crave dei Cosmic Psychos, ma poi si torna a casa delusi perché il negoziante ha mischiato i dischi del usato e  adesso non sa più dove è finito il disco con un coniglio bianco in copertina. Oppure si può uscire di casa convinti di fotografare una giostra per bambini tutta colorata e invece ti si inceppa la foto al momento del uscita distruggendoti la giostra, foto rovinata ma quel che conta son le tante ed emblematiche biciclette rimaste intatte. Caro adulto mal cresciuto, hai voluto la bicicletta? adesso pedala!

 

L’arrotino

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Oggigiorno quando una cosa non funziona più come dovrebbe la si butta, perché negli anni la televisione e le pubblicità ci hanno insegnano di fare così, io penso che questo tipo di “educazione” mediatica sia sbagliata, perché facendo così si sminuisce il lavoro di chi costruisce oggetti e non ultimo il valore del denaro speso per tale oggetto. Ormai in italia parlare crisi nel mondo del lavoro è normale come parlare del meteo, ma poi quando c’è da rimboccarsi per davvero le maniche e fare qualche cosa di concreto quelli che fanno un passo in avanti sono sempre pochissimi, poco tempo fa ho letto un articolo che parlava dei mestieri che vanno scomparendo, sono rimasto stupito dal apprendere che ufficialmente in tutta italia gli arrotini che praticano il mestiere sono solo 200 …posso ritenermi fortunato a conoscerne uno… Uno di quei 200 artigiani che pratica il mestiere di arrotino lo conosco bene, è un Romagnolo D.O.C. uno di quelli a cui è impossibile togliergli il sorriso dalla faccia, la sua bottega è piccola ma per fare due chiacchiere lo spazio lo si trova sempre, a Savignano sul rubicone l’arrotino è molto più di una semplice bottega è un punto di riferimento.

Luca Pollini L’Arrotino attualmente in carica della dinastia dei Pollini. (Spero non sia l’ultimo)

Fellinia e ruota panoramica

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A pochi passi dal Grand Hotel di Rimini c’è un monumento per me speciale, un vero e proprio simbolo di quella fotografia che io amo, quella fatta da pellicole e stampe, quella fatta di ricordi e emozioni fissati per l’eterno su carta. Questo tipo di fotografia oggi va scomparendo e io che sono un nostalgico venero la Fellinia come se fosse la Sindone di Torino. In origine la Fellinia era una vera e propria bottega fotografica, negli anni della dolce vita veniva usata come punto di ritiro per le stampe dei turisti in vacanza. Ora lei se ne sta li ai margini di una rotonda, si riposa sotto l’ombra degli alberi, imponente e maestosa, se potesse parlare probabilmente direbbe un perentorio: Io c’ero! La Fellinia è stata rinominata così in omaggio al celebre regista Federico Fellini, ma la sua vera identità è ben visibile già dalla scritta sul obiettivo, OFFICINE GALILEO, mentre sulla “pelle” del retro la macchina ha inciso il logo FERRANIA. Se mai vi capitasse di trovarvi dalle parti di Rimini vi invito a fermarvi anche solo per qualche momento davanti la Fellinia. A pochi metri dalla Fellinia c’è il mare con i suoi stabilimenti balneari, ma in questo particolare periodo del anno i bagni sono deserti tanto da far sembrare le basi porta ombrelloni mine anti uomo, mentre il lungo mare è sempre un brulicare di auto e moto in costante movimento, ma l’enorme ruota panoramica infondo alla strada con il suo incedere lento ma costante trasmette un grande senso di pace e serenità.

Venerdi pomeriggio di Maggio sul lungo mare di Rimini.

Sandro Lety

Monumento alla pellicola

Campo minatoFotoamatriceI gemelliRuota panoramica sx70R. BoscovichRuota panoramica

Polaroid SX70 Scatto Remoto Artigianale

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Avevo promesso a Holga My Dear che se provavo a farlo gli avrei fatto sapere se funzionava o no. Funziona ed è sicuramente migliorabile, servirebbe un connettore migliore del filo di rame nudo, ma sicuramente si può fare. La spesa totale per costruire uno scatto remoto adatto alla Polaroid SX70 è di €4,69.

Cavo elettrico Metri 2 + bulbo porta lampada €3,00

lampadina €1,69

Attrezzi utili :Cacciavite punta piatta e forbici.

Con molta semplicità si smonta il bulbo porta lampada e si collega un estremità del cavo elettrico al bulbo, l’altra estremità va spellata lasciando il rame nudo e crudo come mamma natura lo ha fatto, dopo aver denudato il cavo va inserito nei due fori che si trovano sul lato destro della Polaroid. Ora arriva la parte più divertente ovvero avvitate la lampadina e il gioco è fatto. Un grazie a Silvia di Holga My Dear per avermi illuminato con questa cosa.

Ps: Quando ho fatto il video c’era poca luce nella stanza e quindi i tempi di scatto erano piuttosto lunghi, ma è proprio in casi come quello che va usato lo scatto remoto.