Orizzonti di gloria, Horizon 202.

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Mettiamo subito le mani avanti, é tutta colpa di Jeff Bridges, che oltre ad essere un grandissimo attore é anche un fantastico fotografo. Se andate su google e scrivete Jeff Bridges alla prima voce vi compare questo sito http://www.jeffbridges.com che altro non é che il suo sito ufficiale, bene se avete voglia di sbirciare qua e la scoprirete che il caro Jeff non é solo un fenomenale attore, ma anche chitarrista, illustratore e fotografo, praticamente un vero genio artistico della nostra epoca. Jeff Bridges utilizza da anni una vecchia Widelux, si narra che la suddetta macchina gli sia stata regalata della moglie dopo un viaggio di lavoro in Giappone, ma poco importa di questo, la cosa fondamentale é che Jeff Bridges e la sua Widelux sono inseparabili e Jeff si destreggia molto bene nel usarla. Tutto questo cappello per arrivare al punto, dopo aver visto le foto di Jeff Bridges sono stato colpito dalla irrefrenabile voglia di obiettivo rotante, il costo della Widelux non é congruo alle mie disponibilità, quindi ho ripiegato prima su una Lomo Spinner 360, ma dopo 3 rullini mi é volato via il paraluce, poi su una vecchia Horizont con l’otturatore addormentato… troppo addormentato… rispedito al mittente l’Horizont dal otturatore addormentato e con in tasca il rimborso di Paypal mi sono buttato su la più giovincella Horizon 202, plastica a go go ma assai divertente e leggera da usare. L’Horizon 202 é la sorella più giovane della vecchia Horizont, completamente meccanica nella gestione di tempi e diaframmi, niente batterie, niente sensori, niente di niente tranne che un fantastico mirino con angolo di 120 gradi, al interno del mirino c’é una bolla utile per allinearsi in maniera corretta al orizzonte, anche se non é detto che tenendo la macchina fuori dalla bolla vengano brutte immagini, anzi la distorsione del orizzonte può essere anche piacevole. La macchina sarebbe anche semplicissima da usare se non fosse che l’inserimento della pellicola é paragonabile a una corsa a ostacoli, la pellicola deve passare sotto e sopra a un infinita’ di rulli. Per la prova sul campo mi sono affidato alla Kentmere 400 pellicola fantastica e alle montagne della Romagna a me care. In realtà per usare un Horizon basta solo conoscere la regola del 16, al resto ci pensa lei con la sua rotazione che fa tanto divertire chi assiste al momento dello scatto. A F16 l’Horizon raggiunge il massimo della sua resa nella profondità di campo, in un certo senso il negativo é quasi un medio medio formato visto che in fase di stampa ho utilizzato la mascherina del 6×6. Perché comprare oggi una Horizon 202? Perché é simpatica, ricopre un formato che va fuori dagli schemi e quando l’obiettivo ruota ha sulla gente lo stesso effetto della frase “Guarda l’uccellino”. Ha chi consiglio questa fotocamera? A tutti gli amanti dei paesaggi e a chi piace vedere le cose da differenti punti di vista.

Un ringraziamento speciale va ad amici e amiche miei compagni di avventura, alla società agricola “Il Pagliaio” e a tutti i loro fantastici Asini.

Mountain

casa nel bosco lenzuola

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RESA: 9

FEELING: 10

UTILIZZO: 10

GLOBALE: 9

GIUDIZIO FINALE: 38/40

Purma Special, The Gravity Camera

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_MG_7526 Lo so, lo so, ogni volta che entro in possesso di una nuova fotocamera mi entusiasmo facilmente e così tutto esaltato la provo e finisce che faccio un post sul blog, poi qualcuno legge il post e pensa:

– Humm … Interessante

oppure

– Dice sempre le stesse cose … le sue fotocamere sono “tutte belle” o “tutte speciali”

Allora questa fotocamera la parola Special ce l’ha nel nome, non lo dico io, lo dice la casa madre Purma, ma speciale perché? Ed ecco che parte la spiegazione. La Purma Special é una fotocamera nata nel lontano 1937 in Inghilterra, il suo corpo é in leggerissima bakelite, utilizza la pellicola 127 ed é dotata di un obiettivo Beck Anastigmat da 2 1/4 di pollice ( circa  5,7 centimetri ) f6,3. E fin qui tutto fila via liscio, niente di speciale o niente che non abbia nessun altra fotocamera, ora parte il bello, il piano della pellicola non é piano ma é incurvato …eee… l’otturatore in base a come si impugna la fotocamera scatta a 1/25 o 1/150 o 1/450, ok forse quest’ultimo passaggio non é semplice da capire scritto così quindi cercherò di spiegarlo meglio. Per scegliere il tempo di scatto non c’é nessuna ghiera da girare, nessun pulsante da premere, nessuna leva da spostare, in base a come si impugna la fotocamera lei scatterà alla velocità che si desidera. Fotocamera tenuta in orizzontale scatto a 1/150 fotocamera ruotata verso sinistra scatto a 1/450 fotocamera ruotata verso destra scatto a 1/25. Come può essere possibile tale prodigio? semplice al interno della macchina c’é come una specie di bilancino con un peso, l’otturatore collegato al bilancino in base alla rotazione della macchina e alla forza di gravita terrestre seleziona il tempo di scatto. Ma non si fa casino nel inquadratura ruotando la fotocamera? No perché la Purma Special produce immagini quadrate 3cm x 3cm, quindi come la giri la giri l’inquadratura non cambia. La mia esperienza su fotocamere cheap che utilizzano pellicole 127 mi dice di non aspettarmi chissà che cosa da questo tipo di fotocamere, ma che nonostante tutto ci si può divertire come con le Bencini, quindi taglio un rullo 120 di Ilford HP5 400 asa per adattarlo a un rocchetto 127 e mi vado a fare un bel giretto in bicicletta con la mia Purma Special. La prova sul campo. Usare una Purma Special non é affatto difficile, anzi si dimostra molto semplice a rapida nel uso, l’obiettivo é fisso e per quello che ho potuto constatare é tutto a fuoco da circa 1,5 metri fino al infinito, una punta e spara degna delle più moderne. Una delle più grosse pecche delle fotocamere cheap a fuoco fisso sta nella caduta di qualità a bordo immagine, perché quando l’obiettivo é composto da una lente sola e per di più una lente convessa é inevitabile che la dove la lente piega si ha una perdita di qualità, ebbene la Purma Special che ha il piano della pellicola incurvato attenua di molto se non elimina quasi del tutto questo fastidioso difetto. Perché comprare oggi una Purma Special? Perché ha l’otturatore che funziona a gravita e se si pensa che l’hanno costruita nel 1937 é una roba da fantascienza. A chi consiglio questa fotocamera? La consiglio a chi ogni tanto va a Londra e gira per i mercatini, se siete a Portobello o a Camden e vedete una Purma Special al prezzo di un frappuccino di Starbucks compratela compratela e ancora compratela sarà la Regina delle vostre Cheap Camera. _MG_7549 _MG_7539 _MG_7536 _MG_7542 img035 img034 img033 img032 RESA: 9

FEELING: 10

UTILIZZO: 10

GLOBALE: 9

GIUDIZIO FINALE: 38/40

Una Comet Bencini a Londra, Cheap Camera But Strong.

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IMG_1164 Sono partito, sono letteralmente partito per Bencini (E per Londra). Mai e poi mai mi sarei immaginato che un giorno potessi usare e venerare a tal punto una macchina fotografica, una macchina fotografica che funziona con un tempo solo 1/50 di secondo più la posa B, un obiettivo con “UNA” lente di plastica e la messa a fuoco a stima, ma non in METRI, No! in PIEDI!!! Usando la Comet Bencini ci si divertente, nonostante tutti i limiti tecnici non si può non apprezzarne l’affidabilità la resistenza e la magia di cui é capace di regalare, perché diciamola tutta al giorno d’oggi ci si arrovella il cervello per avere la fotocamera perfetta (che non esiste) la fotocamera che non sbaglia mai uno scatto, la fotocamera con l’esposimetro migliore, la fotocamera con l’obiettivo migliore, convinti che la fotografia passi dal MEZZO… migliore é il mezzo migliore é la fotografia finale, be si sicuramente una buona macchina aiuta a fare belle fotografie questo non posso negarlo, ma basta scattare un paio di rullini con una Bencini per capire che molte cose sono superflue, 1/50 di secondo, una lente di plastica e la latitudine di posa della pellicola, queste tre semplici cose già da sole bastano per fare fotografie. Piccolo aneddoto: Mentre facevo la fila per salire sul “Big Eye” la ruota panoramica sul Tamigi la Bencini mi é caduta a terra rovinosamente, una coppia dietro a me che ha visto la scena si é subito preoccupata, pensavano che il colpo ricevuto avesse irrimediabilmente rotto la mia Bencini, dopo averla raccolta da terra gli ho dato una rapida controllata, era tutto ok, “Don’t worry this is very strong camera … is not plastic camera” e ho continuato a usarla come se niente fosse. Le foto che ho fatto sono quasi tutte scattate con pellicola Rera Pan 100 Asa formato 127, scrivo quasi tutte perché ho trovato un tutorial molto interessante fatto da http://www.italianfilmphotography.it per tagliare un film 120 e ricavarne una 127. Allego il link del tutorial http://www.italianfilmphotography.it/tagliare-pellicola-120/ Prima di partire per Londra avevo tagliato una Ilford PanF Plus 50 e quindi mi sento in dovere di ringraziare Italian film Photography per il meraviglioso tutorial. Come dicevo basta scattare un paio di rullini per innamorarsi di questa fotocamera, semplice, leggera, resistente una vera delizia. Perché comprare una Comet Bencini oggi? perché costa poco ma vale veramente tanto a livello di sentimenti, é un piccolo gioiello del Made in Italy al pari della Fiat 500 o della Vespa Piaggio. A chi consiglio questa fotocamera? A tutti!!! male che vada la userete come soprammobile in salotto, la Bencini é fatta di Alluminio presso fuso e luccica più di una Leica.

RESA: 8

FEELING: 10

UTILIZZO: 10

GLOBALE: 9

GIUDIZIO FINALE: 37/40 IMG_1161 IMG_1167 img023 img021 img022 img024 img025 img027 img026

Londra 2015

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Ogni volta che mi allontano da casa mi sento come se diventassi microscopico e in certo senso é proprio così, quando poi mi ritrovo in una città immensa come Londra il mio sentirmi piccolo piccolo viene naturale. La prima volta che sono stato a Londra per me é stato un trauma, perché il mio cervello non riusciva a elaborare tutta quella mole di stimoli visivi, ero entrato in una sorta di sindrome di Stendhal in cui rimanevo incantato da ciò che vedevo e non riuscivo a scattare nemmeno la foto, ed é per questo motivo che prima di partire nuovamente per Londra ho allenato la mia mente a smettere di ragionare, niente foto “artistiche” niente composizioni, niente foto turistiche… Volevo fotografare Londra attraverso le persone che incontravo per strada, perché sono le persone il vero motore della città. Per questo viaggio mi sono portato dietro poche cose, la mia Canon G1X che risulta discreta agli occhi dei passanti e una Comet Bencini ormai inseparabile. A seguire le foto fatte con la G1X, non appena avrò sviluppato e stampato le foto fatte con la Comet Bencini gli dedicherò un post a parte.

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Coca Cola Time “Ed é subito sera”

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Una macchina fotografica,

Un bel disco in sottofondo,

La calda luce che fa capolino dalla finestra,

Coca Cola Time.

« Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera. »

Salvatore Quasimodo

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Bencini Koroll 24, Old School.

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La Koroll 24 é una fotocamera prodotta tra gli anni 50 e 60 dalla Bencini, casa nota in italia per la produzione di fotocamere economiche. Quasi tutte le Bencini sono costruite in alluminio pressofuso, caratteristica che dona alla macchina resistenza e leggerezza. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico le Bencini non brillano per prestazioni o caratteristiche particolari, erano fotocamere destinate per fare foto di famiglia senza troppe pretese, la classica foto ricordo che trovate nei vecchi album di famiglia un po’ sfocate e scolorite. La mia Bencini Koroll 24 é una fotocamera half frame su pellicola 120, il 24 sta proprio a indicare il numero di scatti che si possono ottenere con un rullo 120, il tempo di scatto é uno solo 1/50 di secondo più la posa B, il diaframma solo uno f11 e per quanto riguarda l’obiettivo non ne sono tanto sicuro ma penso che abbia una lente sola, la messa a fuoco é a stima, il che non sarebbe un problema se non fosse che la mia versione non ha la scala metrica ma bensì la scala in piedi, ho comunque risolto convertendo 3 piedi in 1,3 metri e usando questo valore come riferimento. Sabato 25 Aprile approfittando della festività ho caricato la mia Koroll 24 con un rullino di Ilford PanF Plus 50 e ho fatto un giro verso il mare per testare la macchina, mi sono portato dietro anche un rullo di Ilford HP5 400 perché non sapevo quale pellicola potesse andare meglio con una fotocamera simile, alla fine ho scattato con entrambi i rullini e magicamente sono venuti entrambi “bene”. La Koroll 24 é una fotocamera rapida e leggera e tutto sommato produce immagini più che gradevoli, non é certo la miglior fotocamera del mondo ma non é nemmeno la peggiore, anzi a me piace e pure molto, ho passato una bellissima giornata culminata con lo sviluppo e la stampa old school proprio come piace a me. Perché comprare oggi una Becchini Koroll 24? perché costa come un buon rullino ed é un pezzo di storia fotografica italiana, e forse se andate a rovistare in cantina o in soffitta dei nonni ne troverete una a gratis!!! A chi consiglio questa fotocamera? a tutti gli appassionati di fotografia che vogliono  provare la pellicola senza spendere cifre folli, così come tutti i patriottici che fanno del made in Italy una ragione di vita… non potete non possedere una Bencini.

Prezzo pagato €9,00 + spese di spedizione ( uno sproposito )

RESA: 7

FEELING: 10

UTILIZZO: 10

GLOBALE: 9

GIUDIZIO FINALE: 36/40

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Polaroid (Close Up) CU-5 Land Camera

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Faccio sempre più fatica a ritagliarmi il tempo da dedicare alla fotografia, ma quando riesco cerco sempre di sfruttare ogni istante e ogni occasione che mi si pone davanti. Oggi mi ritrovo tra le mani una fotocamera particolare, anzi molto particolare, questa fotocamera non ha un banale pulsante di scatto, no no no questa fotocamera si impugna e si usa come una pistola, per scattare una fotografia bisogna schiacciare il grilletto. La Polaroid CU-5 é una fotocamera concepita e costruita per un uso scientifico/medico/professionale, per intenderci veniva usata dai dentisti per fotografare arcate dentarie, da dermatologi per documentare lo stato della pelle, da medici per copiare i raggi X, da ingegneri per riprodurre circuiti stampati, da scienziati per fotografare i monitor di oscilloscopio, dalle forze del ordine per documentare prove utili sulle scene del crimine tipo impronte digitali su oggetti, veniva utilizzata anche per archiviare e catalogare oggetti nei musei. Insomma la CU-5 (Close Up) produce fotografie macro di grande qualità usando pellicole “peel- apart” raggiungendo un fattore di riproduzione pari al 1:1, con una serie di accessori é possibile raggiungere il 2:1 e addirittura il 3:1. Purtroppo l’esemplare da me acquistato é privo di accessori, mi sarebbe piaciuto molto poter utilizzare il flash anulare, ma come dicevo ahimè la macchina l’ho trovata così come é senza accessori e quindi senza il PowerPack. Il modello in mio possesso é equipaggiato con un obiettivo Tominon 75mm f4,5 su cui é montato un otturatore Copal con tempi che vanno da 1 secondo fino a 1/125 di secondo mentre i diaframmi vanno da f4,5 fino a f45 (Sul otturatore é possibile anche l’utilizzo di scatto flessibile). A fine corsa della ghiera dei diaframmi (Dopo f45) c’é un ulteriore scatto che fa posizionare davanti al obiettivo un lentino per poter utilizzare le pellicole molto sensibili come le Fujifilm FP 3000. Come si usa la CU-5? se si hanno a disposizione tutti gli accessori diventa tutto molto semplice si appoggia si preme il grilletto e finisce tutto, purtroppo io non ho riferimenti non so quale é la distanza da tenere e soprattutto non so cosa é realmente inquadrato nel fotogramma, ma che volete farci io mi diverto così. Tecnicamente é una fotocamera semplice i comandi sono pochi ed é facile da usare, i materiali sono leggeri ma resistenti come era prerogativa del epoca. Perché comprare oggi una Polaroid CU-5? perché é una fotocamera diversa da tutte le altre fa foto specifiche (macro) ed é storicamente un mattone importante della fotografia professione scientifica. A chi consiglio questa fotocamera? a tutti quelli che amano la fotografia macro e la fotografia istantanea, il suo unico limite é la scarsa diffusione e quindi la difficoltà a trovare i suoi accessori, ma fidatevi la CU-5 anche così può regalare grandi soddisfazioni.

Prezzo pagato €32,00

RESA: 10

FEELING: 8

UTILIZZO: 10

GLOBALE: 9

GIUDIZIO FINALE: 37/40

 

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Famiglia Allargata

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Si potrebbe anche fare il gioco trova l’intruso, ma chi se ne importa, stringiamoci tutti vicini vicini.

Foto di Famiglia Polaroid

Light Ring (Cube) DiY

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Ho sempre avuto un debole per la luce del Light Ring la trovo discreta e meno invadente delle illuminazioni da studio, ma non ho mai avuto il piacere di usarlo, così ho pensato: Potrei provare a farne uno io.

MATERIALI UTILIZZATI:

BOBINA DI LED BIANCO FREDDA ( 5 METRI COSTO SU EBAY CIRCA €12,99 )

CONNETTORE  CAVO PER STRISCIA BOBINA LED ( 10 CONNETTORI COSTO SU EBAY CIRCA €7,90 )

BATTERIA DA 12 VOLT TIPO MN 21 OPPURE A 23 ( CONFEZIONE DA 2 BATTERIE COSTO SU EBAY CIRCA €1,75 )

NASTRO ADESIVO

L’assemblamento è molto semplice perché i led hanno l’adesivo sul retro quindi si possono adattare a tutto, nel mio caso ho utilizzato il fondo di una scatola di cartone. ( L’ideale sarebbe usare un cerchio perché  si adatta meglio al obiettivo ) Per quanto riguarda il collegamento è altrettanto semplice, una volta tagliata la striscia di led che ci occorre bisogna installare a una delle due estremità ( è indifferente quali delle due ) il connettore da cui fuoriesce il cavo con i due poli, una volta fatto questo basta collegare il cavo alla batteria da 12 volt dargli un bel giro con del nastro adesivo e il gioco è fatto, io ho inserito anche un piccolo interruttore elettrico per accendere e spegnere la mia striscia di led ma questo è dettaglio non è importante al fine del opera. Ora non ci resta che scattare.

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Anacronismo fotografico 2014, sviluppo e stampa by Myself.

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Fotografare, sviluppare e stampare, l’ultima volta che l’ho fatto esisteva ancora la Lira, per la precisione andavo ancora a scuola era  circa il maggio del 2001, lo ricordo bene perché in quel periodo acquistai la mia prima fotocamera digitale, una ciofeca di Pentax Ei – 2000, mi svenai, per comprarla dovetti rinunciare a una grossa parte della mia attrezzatura. ( Una Canon T90 + Canon 55mm F1.2 + Tamron 90mm F2.8 macro + Nikon FE Nera + Micro Nikkor 105mm F4).  Quella maledetta di una Pentax Ei – 2000  segna per me un particolare punto di rottura, ossia il passaggio dalla scuola al lavoro e dal analogico al digitale. So che oggi può sembrare una follia ma credetemi nel 2001 per fare una foto pubblicabile su un quotidiano bastava una Pentax Ei – 2000 o una Nikon Coolpix. Comunque sia nel maggio 2001 iniziai una collaborazione con un quotidiano locale molto diffuso della mia città e quindi dovetti mio malgrado entrare nel mondo digitale abbandonando l’analogico. Conservai poche cose, qualche fotocamera a me cara e il vecchio ingranditore Meopta – Tanto se lo vendiamo non ci danno niente… tanto vale tenerlo… magari in futuro può tornare utile.

M-A-G-A-R-I      I-N      F-U-T-U-R-O     P-U-O’     T-O-R-N-A-R-E     U-T-I-L-E!!!!

O-T-T-O-B-R-E       2014      I-L      F-U-T-U-R-O

Era da tanto che desideravo tornare indietro e fare tutto da solo, sviluppare il rullino e stampare le mie foto da solo, fare tutto con le mie mani senza aver bisogno di nessuno, così mi sono munito di tutto il necessario aspettando l’occasione di mettermi al opera.

SVILUPPO PELLICOLA

Rullino di Kodak T-Max 400> Buio totale > Estraggo la pellicola > Taglio la coda > Inserisco la pellicola nella spirale > inserisco la spirale nel Tank > Chiudo bene il Tank> Accendo la luce > Riempio il Tank con Agfa R09 1-24 in acqua distillata, tempo di sviluppo 7 minuti circa, agito di tanto in tanto > Svuoto il Tank dallo sviluppo > Acqua corrente per circa 3/4 minuti > Rapidfixer 1-4 in acqua distillata per circa 8 minuti, agito di tanto in tanto > Svuoto il Tank dal fissaggio > Acqua corrente per circa 3/4 minuti con dentro qualche goccia di comunissimo detersivo per i piatti> Appendere la pellicola in un luogo asciutto e protetto dalla polvere.

Il negativo si è sviluppato con successo e già questo mi riempie di gioia, lascio riposare il negativo per tutta la notte carico come non mai aspettando il giorno seguente.

STAMPARE IN B/N

Per stampare un negativo in Bianco/Nero bisogna prima controllare che tutta l’attrezzatura risponda bene hai comandi, io conosco  la mia attrezzatura e so già che il timer è starato, quindi cerco di impostare un valore il più vicino possibile a 10 secondi in modo tale da regolarmi a intervalli di 10 in 10. Quando tutti i particolari sono sotto controllo ( Nessuna infiltrazione di luce nella stanza, ambiente libero da polvere ecc…) si può iniziare a stampare.

Luce Rossa > Adagio il foglio di carta sul piano ( Io uso un vetro per tenere la carta ben stesa per evitare zone piegate )  > Verifico di aver inserito il filtro rosso davanti al obiettivo > Accendo l’ingranditore > Metto a fuoco > PROVINO > Con l’aiuto di un cartoncino nero faccio il provino, in genere mi bastano 6 esposizioni da 10 secondi circa, ( Se si fanno forti ingrandimenti può essere necessaria una esposizione più lunga) coprendo l’immagine con il cartoncino nero e spostandolo a ogni esposizione  si ottiene come una scala dalla più chiara alla più scura, la più scura è la prima esposizione fatta la più chiara è l’ultima esposizione fatta > SVILUPPO  Immergo la carta nella 1° bacinella con dentro Ilfordspeed Multigrade 1-9 con acqua distillata per circa 3 minuti > ARRESTO Passo la foto nella 2° bacinella con acqua distillata + Un cucchiaio di aceto di vino bianco  la tengo qui per un paio di minuti > FISSAGGIO Rapidfixer  1/9 con acqua distillata per circa un paio di minuti > Pulire la foto sotto acqua corrente, Fine.

I chimici che ho elencato non sono gli unici esistenti, ne esistono tanti altri quindi non prendete questo post come fosse una tavola pitagorica per stampare in bianconero, qualsiasi chimico va più che bene basta che siano adatti per l’uso ( Es. Con lo sviluppo per la carta non ci si può sviluppare la pellicola ). In fine per chiudere il discorso che riguarda i chimici usati da me, dico solo che sono quelli che mi è stato più facile reperire e che hanno un rapporto qualità prezzo medio buono.

Questo grosso modo è il mio metodo per sviluppare e stampare le foto in casa, per molti sarà come scoprire l’acqua calda lo so, ma  magari la fuori c’è qualcuno che vorrebbe provare ma non sa come fare.

Si si, lo so, lo so… basta solo una stampante e un Computer e fare click.