Lavoro interrottamente da molto moltissimo tempo, talmente tanto tempo che non riesco nemmeno a ricordare quando ho fatto l’ultima vera vacanza.
– Francesco, a gennaio ti do un po’ di ferie che ne hai tante da fare…
Sito Ryanair, prenoto subito il sedile 17A quello con più spazio per stendere le gambe e l’oblò dal quale mirare le nuvole, direzione Stansted Londra. Questa volta è la volta che vado, non c’è santo che tenga, carico la borsa fotografica di fotocamere, obiettivi, pellicole, schede di memoria e quant’altro penso possa servirmi durante il viaggio.
Giovedi 9 gennaio. 5 :00 di mattina infilo le ultime cose in valigia, ho dormito quasi nulla. Poco dopo lo squillo di telefono mi annuncia l’arrivo del mio compagno di viaggio. Con la testa già tra le nuvole scendo dal treno e mi infilo in un bus che mi porta al aeroporto Marconi di Bologna, ho già fatto il Check in on line e so già quale è il mio posto a sedere, mostro il mio prestampato al hostess di terra che dopo averne preso visione mi sorride e mi invita a recarmi direttamente al imbarco lasciandomi così la fila alle spalle. Si sale in aereo, ci si allaccia la cintura e l’aereo inizia a muoversi, una breve accelerazione e già si fluttua in aria, dopo 8 minuti di volo dal oblò si vede il lago di Garda, dopo 10 minuti è il turno delle alpi, dopo di che il cielo diventa un unico blocco di nuvole bianche che mi accompagna per circa 30 minuti, fino a quando le nuvole iniziano ad aprirsi e vedo un pezzo di Tamigi. Cazzo ma siamo già arrivati?
C’è giusto il tempo di scendere dal aereo per salire subito su un bus, che al contrario del aereo è angusto e stretto, solo il finestrino è più grande. Dopo 45 minuti di viaggio in bus si scendere in Liverpool Street e li sindrome di Stendhal, ti giri e ti rigiri su te stesso e pensi “ecco si adesso… adesso… faccio una foto… si, faccio una foto…” ma in realtà non sai ne cosa stai facendo ne cosa vuoi fare. SONO NEL PALLONE PIU’ TOTALE!!! provo un insieme di emozioni contrastanti, per lo più positive che sia chiaro, ma c’è voluto il pronto intervento del mio personal trainer per ricollegare il cervello agli occhi e a tutti gli altri arti del corpo. Non ero pronto a tutti quei stimoli visivi e sensoriali che mi dava la città, sono rimasto senza parole per quasi più di un ora, solo dopo essermi steso un attimo sul letto della nostra stanza ho iniziato ad elaborare a dove fossi finito e a quanto poco ho mai fatto realmente per me stesso. Ora comprendo meglio cosa voleva dire Axel Rose in Welcome to the Jungle. In camera la tv inglese trasmetteva il mondiale di freccette, che durerà per altri 3 giorni, ed è proprio mentre osservo giocare a freccette che prendo coraggio e dico “Ok, usciamo a fare 2 passi…” da Russell Square fino a King Cross dove c’è la stazione dei treni con al suo interno il famoso “Platform 9 3/4” reso celebre dai film di Harry Potter…
Camminammo ancora un po’ e ci trovammo difronte alla British Library. “Entriamo?” “Perché no”. E fu così che mi immaginai di incrociare Sheldon Cooper, Leonard Hofstadler, Howard Wolowitz e Rajesh Koothrappali intenti a dimostrare la veridicità sulla teoria delle stringhe. Purtroppo non ho incontrato ne Sheldon ne nessun altro protagonista di TBBT, ma chi lo sa se in quel momento ho incrociato un futuro o un passato premio Nobel che rivoluzionerà il mondo.
Usciamo dal British Library e prendiamo la metro e andiamo a Picadilly, ma verso le 17:00 inizia a uscire la gente dal lavoro e la strada si riempie come in italia accade solo per festeggiare un mondiale di calcio vinto. Picadilly è come un orgia di luci e colori, si fa fatica a starsene fermi ad osservare, perché il mare di gente che si sposta ti costringe a seguire la corrente. Quando vedo un uomo vestito dalla testa ai piedi dal Union Jack invitare la gente ad acquistare souvenir nel suo store, capisco cosa intendessero I Sex Pistols in God Save The Queen quando dicevano “Dio salvi la regina, Perché i turisti sono soldi” A Londra si vende di tutto a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Camminando camminando ci ritroviamo lungo al Tamigi, la ruota panoramica è fuori servizio ed è un vero peccato, perché avremmo tanto voluto fare un giro sulla ruota panoramica di notte per mirare il stupendo panorama. Ci infiliamo in un locale per bere qualche cosa di caldo e per vedere se troviamo una linea WiFi. Mi prendo un thè caldo con 2 biscotti, poi mi accorgo che nel locale c’è un biliardo con il tappeto rosso e mi si accende una lampadina “Giochiamo a biliardo?” “Ma sai giocare?” “No, però so le regole… e dobbiamo fare sera” “Va bene, ci sto”. Facciamo 2 partite a biliardo e scopro di essere una vera schiappa, perdo la prima partita e vinco la seconda ma il risultato non era poi così importante, la cosa importante è stata quella di aver rotto il ghiaccio e di sentirmi a mio agio in un posto che non conosco. La partita di biliardo, nelle sue fasi rappresenta un po’ la giornata appena trascorsa, c’è la spaccata in cui si lancia con forza la pallina bianca contro le altre palline colorate che iniziano a muoversi freneticamente per tutto il tavolo, fatto questo adesso la pallina bianca deve mettere ordine sul tavolo pian piano mandando tutte le altre palline in buca.
La prima giornata finisce così, ma prima di rientrare in camera ci concediamo l’ennesima bevanda calda.
Venerdi 10 Gennaio, Giorno 2.
Decidiamo di schiantarla subito e si decide di andare a Portobello, con l’idea di sputtanarmi subito tutti i soldi che ho nel portafoglio. Alla fine riesco a contenermi e nonostante le tentazioni di una Voigtlander Vito B a £20 pound e a una Pentacon Six con ottica Carl Zeiss a £120 pound, resisto e vado avanti in quel mercato grande quanto tutto un paese. Non resisto alla vista dei dischi in vinile e agili artisti di strada che negli angoli della strada suonano la loro musica.
Dopo aver camminato per ore e ore senza sosta e dopo aver perso la sensibilità nei piedi, decidiamo di tornare in camera a lasciare i preziosissimi dischi acquistati in mattinata. Lasciati i cimeli in stanza e verificato che la televisione inglese continuava a trasmettere il mondiale di freccette, ci siamo subito sentiti più sollevati e abbiamo preso il primo Bus che passava da sotto l’albergo, dopo poco ci siamo ritrovati davanti a Buckingham Palace, purtroppo ci eravamo persi il cambio della guardia ma in compenso ho acquistato la mia prima maglietta londinese al Hard Rock Cafe di Londra. La passeggiata è continuata fino a notte fonda intervallata da soste in Starbucks e giri sui Bus
Sabato 11 Gennaio, Giorno 3.
Questa mattina decidiamo di battere il ferro finche è caldo e andiamo a Camden Town, altra zona di bancarelle e negozi di ogni genere. Come il giorno precedente resisto fino ad arrivare alla bancarella di dischi, poi inizio a vedere scatoloni di vinili 45 giri a £1 pound cadauno e li per me diventa come il miele per un orso, un attrazione fatale. Subito dopo aver preso tutto quello che era possibile prendere mi dirigo dentro a uno Starbucks per verificare su Ebay quanto avrei dovuto pagare tutto quel ben di dio vinilico. Al uscita dallo Starbucks ero decisamente euforico e così ho preso anche un maglione e 3 paia di calzini. Ps: I soldi spesi in calzini e mutande non sono mai soldi buttati.
Come il giorno precedente dopo lo shopping bisogna tornare in camera per lasciare le sportine gonfie di souvenir. In tv c’è ancora il mondiale di freccette ma siamo alle battute finali, il campione del mondo è tale Michael Van Gerwen. Dopo aver visto il campione del mondo di freccette essere incoronato come tale usciamo nuovamente per la città, andiamo sul Tamigi per vedere se la ruota panoramica è funzionante oppure no. Niente ruota si vede che è destino, facciamo la nostra passeggiata sul Tamigi e arriviamo fino al Two Tower Bridge, la serata si conclude con diversi giri in varie zone della città con altrettante soste presso altrettanti Starbucks.
Domenica 12 Gennaio, Giorno 4.
Di domenica londra è piuttosto tranquilla, la città pare addormentata, il Times non esce e la gente va allo stadio per vedere le partite di calcio, infine di domenica non si fa troppo tardi perché al lunedì ci si sveglia presto per andare a lavorare. Noi di domenica mattina decidiamo di andare a vedere Soho e visto che confina con China Town decidiamo di fare una capatina anche li, due grandi quartieri divisi solo da una via. Ha Soho trovo un negozietto che vende libri e magliette a prezzi stracciati, faccio razzia compro 2 libri e 2 magliette.
Usciti da China Town prendiamo la metro e come al solito lasciamo gli acquisti in camera per non girare troppo appesantiti. Dopo aver verificato che in tv il mondiale di freccette è realmente finito ci accingiamo ad uscire nuovamente, direzione Chelsea. Chelsea è un quartiere molto ricco, mi accorgo di questo perché dentro a una galleria noto un lustra scarpe professionista intento a lucidare le scarpe, poco distante c’è un orafo che dalla vetrina interna del suo negozio sta costruendo un gioiello davanti gli occhi dei passanti e ancora poco più distante c’è un sarto che confeziona vestiti su misura sempre lavorando dalla vetrina. La serata si conclude con il classico giro in Bus.
Lunedi 13 Gennaio, Giorno 5.
Lunedi decidiamo di andare al British Museum, sono ormai quattro giorni che ci ripetiamo “se fa brutto e piove andiamo a vedere il British Museum”… ma non è mai stato brutto e non ha mai piovuto fino a quel momento e se aspettavano che facesse brutto non ci saremmo andati nemmeno oggi. Andiamo al British Museum deciso, non possiamo andare a casa senza vederlo.
Dopo aver visitato il British Museum ci siamo diretti verso Hyde Park per fare una passeggiata nel parco, giocare un po’ con gli scoiattoli, sedersi nella panchina dove amava sedersi Rudolf Steiner, per arrivare a fine parco e andare a pranzo da Sticky Fingers, locale di proprietà di Bill Vyman bassista dei Rolling Stones. (Al lunedì si paga la metà per qualsiasi cosa presente sul listino)
Quando siamo usciti da Sticky Fingers ha iniziato a piovere e così ci siamo infilati nel primo Starbucks disponibile ad accoglierci, non appena la pioggia ha smesso di battere con intensità abbiamo continuato nella nostra escursione. Verso l’imbrunire siamo andati al Natural History Museum, dove abbiamo visto scheletri di animali preistorici, minerali, meteoriti e un ceppo di sequoia gigante proveniente dal America di circa 1300 anni e tante altre cose interessanti.
La serata finisce con un paio di scarpe nuove, per la gioia dei miei piedi doloranti e con l’ultimo Fish & Chips londinese. Per l’occasione ho tirato fuori l’argenteria pesante, la mia Leica M8.
Maertedi 14 Gennaio, Giorno 6.
Ultimo giorno londinese, la giornata inizia con una colazione tipica all’inglese che facciamo nel Irish Pub O’Neill’s, con salsiccia, fagioli, pancetta, uovo sopra il toast, un pomodoro, un fungo e delle specie di polpette di cerali che chiamano pudding, una colazione con i fiocchi che mi fa saltare a piedi pari il pranzo per arrivare a cena senza avere fame. L’ultimo giorno lo abbiamo speso così girando per la città andando in quanti più Starbucks fosse possibile, al Apple Store di Covent Garden ed infine acquistando ricordini per gli amici più cari, ovviamente non mancano mai le cartoline.
Concludiamo l’ultimo giorno a Londra con un ultimo giro affollato dentro la metro. Per la cronaca la fermata della metro di Russell Squadre ha una scalinata che conta 175 gradini, praticamente è come la torre di Pisa ma sotto terra, io l’ho fatta una volta sola il primo giorno, i giorni seguenti o scendevo prima a Holborn o dopo a King Cross, mai più farò quella scalinata.
Un ringrazziamento sincero a chi mi ha accompagnato in questa avventura e mi ha sopportato oltre che supportatto per tutta la durata della vacanza, ricorderò per sempre cosa ho provato quando sono sceso da quel Bus in Liverpool Street.